“I have a dream” – 45 anni dopo

 <<I have a dream: that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: “We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal” >>(Martin Luther King, 28 Agosto 1963)

4 Aprile 1968, Memphis (Tennessee, USA): un colpo di fucile raggiunge la testa del reverendo King uccidendolo.  45 anni dopo, il reverendo King è ancora nei cuori di milioni di persone, fedeli e non.

Da quel giorno infausto il mondo ha visto cambiamenti epocali che hanno fatto la storia: è finita la Guerra Fredda,  i neri hanno raggiunto piena uguaglianza in America, Internet e i mezzi di comunicazione di massa sono entrati nella vita delle persone, la Primavera Araba ha dato il via ad un effetto domino in Africa e dintorni di cui ancora non si vede la fine etc. Forse, però, al reverendo King avrebbe interessato più la notizia secondo cui i bianchi d’America, per la prima volta nella storia, ad un censimento sono risultati meno degli afroamericani. Tuttavia non è questo l’importante.

Al tempo del reverendo King coloro da difendere erano i neri d’America, oggi chi sono? Gli Arabi? I rom? I latinos? I cinesi? Ogni giorno veniamo investiti da storie di razzismo o xenofobia che ci fanno scuotere la testa ma, per quanto ci siano purtroppo nazionalità fin troppo ricorrenti, è incredibile come il senso comune abbia creato categorie ben precise: i mediorentali sono terroristi, i cinesi sono falsari, i latinos sono delinquenti di strada, i rom sono ladri. Ovviamente la cosa vale anche al contrario: gli italiani sono i mafiosi, i francesi i puzzettosi, gli americani gli imperialisti, i russi i comunisti etc. Nel XXI secolo, quello della massima espansione della globalizzazione, delle frontiere aperte e della libera circolazione di idee, ancora i nazionalismi riescono ad essere così forti e radicati: perchè è inutile prendersi in giro, tutti, almeno una volta, hanno cambiato marciapiede nel vedere una donna rom o un mediorentale dalla faccia un po’ corrucciata (perchè magari, in realtà,  aveva avuto una brutta giornata lavorativa).

La paura che serpeggia tra le persone è ovviamente alimentata a destra e a sinistra (non dell’asse politica) da notiziari, giornali, internet, campagne politiche e non, pubblicità di dubbio gusto e di dubbia eticità, insegnanti che al posto di educare alla comprensione reciproca e alla convivenza civica, educano al pregiudizio; non bisogna quindi stupirsi se giovani e giovanissimi compiono atti da cui alcuni di noi, spero la maggior parte, si discostano con forza o se i politici di certe aree si sentono giustificati dal fare campagne elettorali di un certo tipo.

è indubbio che in questi 45 anni si siano fatti molti passi avanti ma se si guarda ai fatti con occhio critico, oggettivo, si vede che in realtà c’è ancora tantissimo da fare e che la celebre frase del Reverendo King è più attuale che mai. Per questo, dopo averla usata come incipit a questo articolo, la ripropongo in chiusura come simbolo di un ipotetico nuovo inizio.

 

<<I have a dream: that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: “We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal” >>(Martin Luther King, 28 Agosto 1963)

Informazioni su MartinaBasile

Laureata presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano, vivo e studio a Milano.
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